27 settembre 2013

La triade di Venere

Ossa, ciclo mestruale e alimentazione sono i punti deboli delle donne runners. E non vanno mai sottovalutati.

Tre è il numero perfetto, ma non per le runners donne. Alterazioni del ciclo mestruale, disturbi alimentari e fratture da stress costituiscono la "triade" che affligge molte podiste. Il realtà solo il 5% delle atlete di alto livello ha realmente la triade, nella maggior parte dei casi le donne soffrono di una sola delle sue componeneti. Ma vediamole nel dettagli una per una.

UNA FAME DISORDINATA
I disturbi dell'alimentazione interessano almeno il 50% delle atlete contro il 27% dei maschi, e le atlete professioniste negli sport dove la magrezza è enfatizzata come condizione essenziale per la performance ne sono colpite.
Talvolta l'apporto calorico delle atlete è insufficiente a coprire il dispendio energetico della pratica sportiva ed è appena uguale a quello delle coetanee sedentarie. Il basso apporto calorico può essere cronico o intermittente. LA pressione psicologica creata da allenatori, parenti, dirigenti sul peso ideale possono favorire l'instaurarsi di disordini dell'alimentazione quali anoressia o la bulimia nervosa. Le ragazze che si presentano eccessivamente magre, che hanno un'immagine distorta del proprio corpo o che soffrono di amenorrea (mancanza del ciclo mestruale) devono essere indagate per l'anoressia atletica. 
Una valutazione completa di questi casi dovrebbe comprendere lo studio dell'apporto calorico, del peso, degli aspetti psicologici e degli esami di laboratorio. Questi ultimi dovrebbero indagare lo stato del ferro, la funzione tiroidea, il dosaggio degli estrogeni (estradiolo) e della vitamina D, la mineralometria ossea (MOC) e la plicometria.
Le conseguenze di un' apporto calorico insufficiente nelle runners sono:

  • riduzione delle funzioni endocrine, con conseguente amenorrea;
  • diminuzione della densità ossea, con aumento del rischio di fratture da stress;
  • comprommissione dell'immunità, con la facilità a contrarre infezoni;
  • riduzione dell'assunzione di micronutrienti;
  • fatica inusuale;
  • variazione giornaliera della capacità di allenamento;
  • alterazione dell'umore;
  • frequenti infortuni o malattie.
CICLO IRREGOLARE
I disturbi dell'alimentazione e le modificazioni endocrine che accompagnano l'intensa attività fisica possono causare disturbi del ciclo metruale. Molte atlete presentano ritardo o amennorea o anche cicli mestruali senza ovulazione (anovulatori).
Le alterazioni del ciclo sono presenti nel 5% delle donne, ma in quelle che praticano gli sport di resistenza si arriva al 50%. Le alterazioni sono dovute in parte al basso peso corporeo e alla bassa percentuale di tessuto adiposo che causano diminuzione nella produzione di estrogeni, in parte allo stress fisico e mentale che determina l'aumento della produzione di prolattina dall'ipofisi e, di conseguenza, una diminuzione delle gonadotropine ipofisarie e degli estrogeni. Lo stretto rapporto fra peso corporeo e incidenza dei disturbi del ciclo mestruale è ampiamente dimostrato, così come le alterazioni della funzione ipotalamica causate da stress psicologici. Gli ormoni che durante l'attività fisica sono rilasciati in quantità elevata e possono interferire con l'ipotalamo sono soprattutto il cortisolo e le beta endorfine.
Se le alterazioni del ciclo mestruale sono saltuarie non si creano particolari problemi, ma quando sono di lunga durata possono comportare la formazione di cisti ovariche (policistosi ovarica) o ad osteoporosi. Le mestruazioni ritornano alla normalità con la cessazione dell'attività sportiva dovuta a infortunio, con la riduzione del carico degli allenamenti prima e alla fine della stagione, con il termine dell'attività agonistica.

OSTEOPOROSI E FRATTURE DA STRESS
Le alterazioni del ciclo, l'inadeguata liberazione di estrogeni e di progesterone, gli alti livelli di prolattina, alterano la deposizione di calcio nelle ossa e ne riducono la densità. 
La perdita dell'osso è molto rapida nei primi due o tre anni di disturbi del ciclo mestruale (circa il 4% per anno), per continuare poi a ritmo inferiore. Per dare un'idea, le atlete ventenni con amenorrea e bassi valori di estrogeni hanno una densità dell'osso inferiore alle donne cinquantenni in menopausa. Il rischio di incorrere in una frattura da stress è molto più alta nelle atlete con amenorrea (54%) rispetto a quelle che hanno un normale ciclo mestruale (17%).
sulla possibilità che, dopo la cessazione dell'attività agonistica, l'incremento del peso e il ritorno alla regolarità del ciclo mestruale si accompagni al recupero della densità dell'osso, i pareri sono controversi. Alcuni ricercatori sostengono che le atlete possano recuperare anche il6% della densità ossea nelle vertebre, per altri avranno invece sempre una densità ossea inferiore.

CHE COSA FARE?
L'attività sportiva di tutte le runners che hanno disturbi alimentari e del ciclo mestruale dev'essere gestita con un buon senso, evitando eccessivi stress agonistici e psicologici. In alcuni casi è opportuno ridurre le gare e il volume dell'allenamento.
Quando i valori di FSH (ormone follicolo stimolante) sono oltre la norma e quelli di estradiolo sono bassi, molti ginecologi consigliano l'assunzione della pillola contraccettiva per regolarizzare il ciclo mestruale tramite dosi adeguate di estrogeni e progesterone. Non tutte le ragazze, però, ne sopportano gli effetti collaterali e quindi in questi casi è opportuno integrare l'alimentazione con l'assunzione di calcio e vitamina D. L dose giornaliera raccomandata di assunzione di calcio è di 1200 mg, mentre la dose giornaliera di vitamina D utile per la prevenzione delle fratture è di 400 IU/die.
In tutte le atlete, anche giovani, che lamentano disturbi importanti del calcio, la salute delle ossa va controllata con una MOC vertebrale e dell'anca.

Sergio Migliorini
da rivista "Runners"
Settembre 2013