27 aprile 2014

Acido lattico o DOMS al risveglio?

Ciao a tutti!Oggi vi voglio parlare del DOMS.Quante volte vi è successo che il giorno dopo aver svolto un nuovo allenamento vi svegliate e fate fatica a camminare, a sbadigliare, a ridere, ad alzare le braccia? Quel dolore che sentite NON E' ACIDO LATTICO, ma si chiama DOMS (Delayted Onset Muscle Soreness).
Il dolore e il disagio associato al DOMS solitamente raggiunge il picco tra le 24 e le 48 ore dopo la pratica di attività fisica e si estingue nelle 96 ore successive.
Da un punto di vista anatomico i DOMS sono semplicemente dovuti a micro lacerazioni del tessuto muscolare causate dall’eccessivo stress al quale il muscolo viene sottoposto durante l'allenamento. Una volta che il muscolo è stato stressato si ricostruirà più forte di prima e sarà dunque capace di sopportare uno stress maggiore durante l’allenamento successivo.
Le lesioni indotte coinvolgono sia le componenti contrattili (actina e miosina), il citoscheletro del muscolo che le miofibrille.


Quando si ha, invece, l'acido lattico?
La produzione di acido lattico è tipica di una allenamento di tipo anaerobico. Una sua eccessiva produzione  porta degli indolenzimenti, ma questo è un evento solamente transitorio, infatti già dopo 45-60 minuti dal termine dell’allenamento, esso viene completamente smaltito dal nostro organismo e non è dunque la causa dei dolori nei giorni successivi l’allenamento.

Non abbiate paura di aver svolto male l'allenamento se il giorno dopo avete qualche dolore....anzi, TUTTA SALUTE!

Buon allenamento

Martina M.

15 aprile 2014

Allenamento di forza e allenamento aerobico: uno esclude l'altro?

Durante la stesura di un programma di allenamento mi capita di riflettere su questa questione.
Molto spesso quando ci si concentra su un programma prevalentemente aerobico si teme di perdere quella Massa Muscolare faticosamente conquistata con l'allenamento.
Il Training Aerobico, se adeguatamente ottimizzato, provoca minime perdite di massa muscolare e nel frattempo migliora in modo eccezionale la Definizione muscolare.
Quindi, svolgendo attività aerobica abbinato a un allenamento di forza si dimagrisce molto più velocemente, secondo quali meccanismi?

  • L'esercizio fisico fa produrre alle ghiandole surrenali importanti quantità di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che sono responsabili della mancanza di desiderio di assumere cibo per il periodo i mediamente successivo alla seduta di allenamento;
  • L'allenamento ottimizza il funzionamento dell'ipotalamo, specialmente in due centri: quello della fame (che fa scatenare l'appetito) e il centro della sazietà ( che,di contro, inibisce quello della fame). Durante l'attività fisica, specialmente se aerobica, si producono le endocrine, oppiacei che danno un'immediata sensazione di benessere, allentando quelle tensioni che  possono essere la causa dell'assunzione indiscriminata di cibo;
  • Le sedute di allenamento di tipo aerobico, se durano almeno 20-40 minuti, accelera il metabolismo per circa 12 ore.
Mi raccomando: correre troppo non fa dimagrire di più!!
Come si può vedere qui sotto, i grassi vengono consumati soprattutto a riposo... Per questo è fondamentale aumentare la massa muscolare per velocizzare il metabolismo.


Come sempre la regola da tenere presente è PERSONALIZZARE il più possibile l'allenamento per migliorare tutti i parametri fisici, stare meglio e perché no... Essere anche più belli!!

Marchiori M.






9 aprile 2014

Gioia... Passione e allenamento nelle Arti Marziali

Ciao a tutti!
Oggi voglio condividere una storia che parla di Impegno, di Costanza e di Grinta: la protagonista si chiama Gioia.
Gioia ha iniziato a praticare Karate da quando aveva solo otto anni, credendo di praticare semplicemente uno sport; con il passare degli anni ha scoperto, invece, che è la sua più grande passione. 
Cosa significa per lei Passione?. "Passione è provare quel sentimento indossando il karateji e l’obi (kimono e cintura) prima di entrare nel Dojo (palestra), quella carica quando pratichi, quando a distanza di anni il tuo Sensei (Maestro) ti corregge e cerchi di impegnarti sempre al massimo per poter migliorare per poter far meglio, quell’adrenalina forte quando fai delle competizioni e una delle cose più importanti non è solo mirare ad un risultato o al podio, ma vedere la tua squadra che ti conforta, che ti stimola, sentire dagli spalti “Vaii Gioia!!!”, quell’incitamento, quelle urla piene di forza, in certi momenti sono la vera Vittoria."
Gioia da sei anni si è avvicinata alla disciplina del krav maga, per saziare quel desiderio di conoscere sempre nuove tecniche delle arti marziali.
Se nel Karate ha trovato una filosofia di vita, dei principi, delle regole, un rispetto assoluto per i propri Maestri, per i compagni e per se stessi, nel krav maga ha conosciuto il combattimento in una disciplina che prevede l'utilizzo anche oggetti che si trovano quotidianamente (penna, bottiglia, borsa, bicchiere etc..) a armi (pistola, coltello, bastone, etc..).
Io e Gioia ci conosciamo da diversi anni, siamo cresciute nello stesso paese e le nostre storie si sono spesso incontrate. 
Questa volta la mia professione ha incontrato la sua passione: in seguito a un problema al ginocchio ho iniziato a seguirla negli allenamenti insegnandole la tecnica corretta degli esercizi, proponendole degli allenamenti in base al suo obiettivo... Essere più reattiva, esplosiva e forte!! 
Desidero prepararla al meglio per le prossime sfide nella speranza di farle raggiungere grandi traguardi.
Mi auguro di continuare a vivere la sua energia, così grande che tante volte mi serve da carburante per la mia attività. 
Concludo con la visione meravigliosa che Gioia ha dello sport: "Lo sport è Vita, è Amicizia, è Armonia della mente del corpo, è fatica ma una fatica che ti ripaga, è soddisfazione, è Libertà!!”... Spero di riuscire a trasmettere la stessa passione anche a voi!!

G. Tognon e M. Marchiori

17 marzo 2014

Attività fisica e Alzheimer: il caso della signora G.

Ciao a tutti!

Oggi vi voglio raccontare la storia di G.,una signora distinta ed elegante alla quale è stata diagnosticato l'Alzheimer un anno fa.
Dopo essersi consultata con diversi medici, la figlia ha deciso di contattarmi nella speranza di riuscire a far svolgere attività fisica alla madre in maniera costante e controllata. 

Perché un malato di Alzheimer dovrebbe fare Movimento?
L'attività cardiovascolare e gli esercizi di forza favoriscono l'aumento della vascolarizzazione cerebrale potenziando le connessioni sinaptiche, responsabili delle trasmissioni dei segnali nervosi.

Il primo incontro con G. non aveva portato i risultati sperati: la mia visita era stata vista come un'intrusione.
G. non voleva iniziare questo percorso, perché non voleva avere un impegno fisso. Lei si muove per casa, cammina per il giardino, ha la sua routine e soprattutto è alta,snella e in perfetta forma fisica. Non sapendo della propria malattia, non capiva il motivo di tale insistenza da parte della figlia.
Il primo incontro non era andato bene.
A distanza di due giorni la figlia mi ha richiamato dicendomi che la madre ci aveva ripensato e che avrebbe iniziato, dicendole " Lo faccio solo perché vedo che ci tieni tanto, anche se non so il perché".
Con grande soddisfazione sono 6 mesi che seguo la signora G. e ho visto grandissimi miglioramenti, quasi da commuovermi. 
A ottobre ci impiegava molto tempo a indossare le scarpe e legare i lacci, mi ripeteva spesso le stesse frasi; per quanto riguardava l'ambito motorio non riusciva a riprodurre l'esercizio che le avevo mostrato un attimo prima, era incerta nei movimenti e molto insicura nell'equilibrio.
A distanza di mesi G. riesce a togliere e mettere le scarpe con sicurezza, capisce gli esercizi riproducendoli quasi correttamente. 
A ottobre aveva paura di restare in equilibrio in piedi su un cuscinetto morbido ("voleva il mio ditino") e ora ha imparato a sdraiarsi sopra a una fitball per svolgere distensioni con i manubri.
I primi mesi all'inizio dell'allenamento mi diceva che avrebbe chiamato la figlia per dirle che dalla settimana a seguire non avrebbe più fatto Ginnastica, perché non ne aveva bisogno e aveva molte faccende da fare ogni giorno.
Ora finito l'allenamento mi saluta dicendomi "Buona serata e ci vediamo la settimana prossima".

La signora G. non si ricorda il compleanno dei figli, cosa ha mangiato a pranzo o che giorno è oggi, probabilmente non ricorda il mio nome.
L'importante è che sia ancora indipendente nelle sue azioni quotidiane: vestirsi, lavarsi, salire le scale, potare le piante, afferrare un oggetto... sono azioni che per noi possono essere automatiche e banali, per lei sono delle piccole conquiste.
Nei prossimi mesi spero di continuare ad allenarla sempre con la stessa costanza nella speranza di regalarle continuamente attraverso l'attività fisica quella serenità che le permetta di vivere al meglio ogni azione in tranquillità e sicurezza. 


Martina M.










14 marzo 2014

La corsa blocca l’invecchiamento del cervello e fa produrre staminali

Che l’esercizio fisico giovi non solo al corpo ma anche al cervello, grazie alla produzione di nuovi neuroni, è cosa nota. Ora uno studio italiano dimostra che la corsa, in particolare, può perfino di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale stimolando la produzione di nuove cellule staminali che migliorano le capacità mnemoniche. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cells. «Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile - spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore del lavoro -. Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali, causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali (il gene Btg1), abbiamo invece constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico come la corsa blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo».

Ricerche su altre malattie
Lo studio, realizzato nel laboratorio diretto da Felice Tirone che da anni studia alcuni meccanismi molecolari che regolano i processi di proliferazione e differenziamento nella neurogenesi adulta (in collaborazione con Vincenzo Cestari dell’Università La Sapienza), apre nuovi scenari nella medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. «La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare - spiega Farioli-Vecchioli -. I risultati avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti». Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, «le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo sarà validare la scoperta su altri modelli murini con malattie quali Alzheimer, Parkinson oppure in cui un evento ischemico abbia provocato un’elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate».

www.corriere.it
marzo 2014

11 marzo 2014

La vera natura del MICROONDE

Percy Lebaron Spencer era un ingegnere che nel 1945 lavorava per Raytheon, azienda che produceva radar per il Department of Desease statunitense. Spencer si occupava del magnetron, lo strumento che generava le microonde necessarie per il segnale radar.
Un giorno, trafficando davanti a un potente magnetron accesso, si accorse che la barretta di cioccolato che teneva in tasca si era sciolta. Curioso da qual era decise di investigare il fenomeno: chiese al fattorino di comprare mais da pop corn e verificò che i chicchi scoppiavano davanti al magnetron. Il giorno successivo, insieme a un collega, mise davanti all'apparecchio un uovo, che scoppiò sulla faccia sorpresa dell'amico che si era avvicinato un po' troppo a osservare l'esperimento più da vicino. Fu così che venne scoperta la capacità del microonde di cuocere il cibo.
Spencer scoprì che le microonde agiscono principalmente riscaldando l'acqua che si trova nei cibi. Anche oli e grassi nell'apparecchio si riscaldano, ma meno efficacemente. Cibi ricchi di zucchero e sale assorbono invece si riscaldano più velocemente. 
Agendo principalmente sull'acqua, le temperature interne dei cibi non superano i 100°, la temperatura di ebollizione. Se il microonde riscalda principalmente l'acqua dei cibi, arrivando a farla evaporare, il suo ottimale è in alternativa alla bollitura, specialmente per gli alimenti molto ricchi di acqua come le verdure. 
Il vantaggio oltre a contenere l'odore è non inzuppare d'acqua gli ortaggi, che quindi mantengono una consistenza croccante. Analogamente le sostanze automatiche e quelle nutrienti non si disperdono nell'acqua di cottura come invece avviene nella bollitura. Questa cottura è simile a quella al vapore. Zucchine, patate, peperoni e broccoli sono ortaggi che possono essere preparati con ottimi risultati nel microonde invece di bollirli.

Dario Bressanini
da "Le Scienze"
Marzo 2014

6 marzo 2014

CHI NON SI SPEZZA SI PIEGA: come prevenire il mal di schiena

Il mal di schiena è uno di disturbi più diffusi nell'epoca moderna. Le più frequenti cause di questo malessere sono il mantenimento di una postura scorretta, la tensione muscolare dovuta allo stress, il sovrappeso, una vita sedentaria, l'eccesso di freddo e l'umidità.
Il dolore può colpire sia la parte alta che quella bassa del dorso e può essere irradiato al gluteo fino a comportare un vero e proprio blocco della persona.
La prevenzione al mal di schiena è raggiungibile mediante l'adozione di alcuni comportamenti: praticare attività fisica, seguire una dieta in caso di sovrappeso e cercare di ridurre, per quanto possibile, lo stress.
L'attività fisica deve essere regolare e non intensa, si consiglia di praticare yoga oppure stretching che, se costanti, consentono di rendere più flessibile la colonna alleviando il dolore.
In caso di dolori intensi potete applicare del ghiaccio (non a diretto contatto con la pelle) e poi effettuare degli impacchi con un panno imbevuto nell'acqua calda sulla zona da trattare. 
Evitate di mantenere a lungo delle posizioni scorrette e utilizzate delle calzature idonee sia per lo svolgimento dell'attività fisica, sia per la vita di tutti i giorni.
Per le donne che indossano dei tacchi, non sceglieteli troppo alti e appena potete cerate di appoggiare bene la pianta del piede a terra per rilassare la muscolatura.
E...date retta alla nonna: attenzione agli sbalzi di temperatura, copritevi!

Emanuela Cafagna
da rivista" Energie"
Febbraio 2014

25 febbraio 2014

Uomo, via la "pancetta": ecco i nemici a tavola

ROMA Non solo un difetto estetico: per un uomo avere la "pancetta" (circonferenza vita superiore a 100 cm) aumentas ensibilmente la probabilità di essere colpiti da disturbi cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro.
Come combatterla? Cambiando alcune abitudini alimentari come suggerisce "Il ritratto della salute", il quotidiano on line della Società italiana di medicina generale. Vanno portate delle modifiche a quelle che favoriscono l'accumulo di grasso. Ecco quali sono e come sostituirle con scelte più salutari:

DOLCE MATTINO La colazione è un pasto importante, ma riempirsi lo stomaco di dolci non garantisce di non avere più fame fino a pranzo e può anche far crescere la pancia;

GRASSO DELLA CARNE Quantità, metodi di preparazione e qualità della carne minacciano la salute: meglio scegliere tagli magri come filetto e controfiletto, cucinati anche alla griglia;

SPUNTINI Bastano 15 patatine fritte per introdurre 160 calorie. I pop corn senza grassi e poco sale sono addirittura una scelta migliore: 6 porzioni corrispondono a 100 calorie;

FAST FOOD Un hamburger maxi può fornire più di mille calorie (senza dimenticare le patatine fritte). Meglio non esagerare con le dimensioni e scegliere un'insalata come contorno;

PIZZA A rendere la pizza nemica della salute sono gli ingredienti con cui la si farcisce: se una margherita non basta, meglio aggiungere le verdure piuttosto che i salumi;

BIBITE Quando c'è bisogno di energia è preferibile affidarsi a una tazzina di caffè: le binite contenenti caffeina e drink energetici contengono alte quantità di zuccheri aggiunti;

BIRRA Sono circa 150 le calorie fornite da una bottiglia piccola. L'ideale sarebbe tagliare sulle quantità.

Febbraio 2014
Da "Il gazzettino"

18 febbraio 2014

Vai col vento

In alcuni giorni correre può essere più complicato del solito, come quando c'è vento. In questo caso per rendere più agevoli le tue uscite di corsa puoi adottare una di queste tre strategie:

1.Se le tue corse si svolgono con un'andata e un ritorno lungo un percorso lineare, ad esempio un lungomare, parti con l'aria contro, in modo da affrontare la parte più faticosa del tracciato all'inizio, quando sei ancora pieno di energie,e poi godere di una spinta amica nella seconda parte dell'allenamento,quando la fatica si farà sentire.

2. Puoi decidere di frazionare la tua uscita in parti di 10 minuti: comincia correndo 10 minuti procedendo controvento, fai dietrofront e corri 10 minuti a favore, inverti nuovamente la direzione e fai altri 10 minuti controvento e così via.

3.Se corri in compagnia, fate come nel ciclismo: alternatevi al comando del gruppo nei tratti di vento contrario in modo da dare a tutti, a turno, la possibilità di rifiatare sfruttando la scia.




Magda Maiocchi
da rivista "Runner"
Febbraio 2014

13 febbraio 2014

ERRORI DI PESO


Evita quegli errori banali che mandano in malora tutti gli sforzi che fai per dimagrire.

1. SBAGLIARE IL CONTEGGIO DI CALORIE
Ottieni una valutazione della calorie che consumi con le tue corse attraverso un calcolatore online oppure con un calcolatore GPS dotato di tale funzione. Se sei propenso a eccedere dopo gi allenamenti, scegli per i tuoi spuntini post corsa degli alimenti gratificanti che puoi assumere in porzioni facilmente controllabili, con un pacchettino di biscotti o un crackers al rosmarino.

2. RISPARMIARE SUI GRASSI
I grassi devono costituire il 20-30% delle calorie giornaliere. Evita gli acidi grassi "trans" (presenti soprattutto negli alimenti che contengono grassi idrogenati, come i prodotti industriali) e limita quelli saturi (carne,latticini). Affidati ai grassi mono o polinsaturi (olio di oliva, pesce,noci,avocado) che proteggono il cuore e favoriscono il senso di sazietà.
Uno studio recente ha rivelato che anche l'aroma dei grassi, come l'olio di oliva, può indurre prontamente il rilascio di ormoni che inducono il senso di sazietà.

3.CORRERE A STOMACO VUOTO
Se hai in programma una corsa facile di una trentina di minuti o meno, puoi anche non mangiare niente prima, in quanto hai probabilmente glicogeno sufficiente a sostenere questo genere di sforzo. Ma se corri più a lungo o più intensamente, devi assumere uno spuntino di 100-200 calorie almeno un'ora prima di correre. Scegli carboidrati e una piccola quantità di proteine, come dei crackers con un pezzetto di grana.

4. OVERDOSE DI ENERGETICI
Per le corse che non durano più di 60 minuti lascia perdere gel e bevande energetiche, l'acqua va benissimo. Correndo più a lungo dovresti consumare dai 30 ai 60 grammi di carboidrati (uno o due gel energetici o mezzo litro/un litro di bevanda energetica) per ogni ora di corsa.

5.AFFOGARE NELLE CALORIE
La maggior parte dei liquidi che bevi non dovrebbe apportare calorie: acqua, the e caffè senza zucchero. Tieni poi presente che l'alcool potrebbe portarti a mangiare troppo, poiché rimuove le inibizioni. Abbassa le calorie scegliendo birra light o allungando il vino con l'acqua. Evita bevande tipo cola che sono piene di zuccheri.

6.RISULTATI STREPITOSI
Procedi inserendo dei piccoli cambiamenti, uno alla volta. Per esempio, cerca di fare una colazione saltare tutti i giorni o a pranzo sostituisci la patatine con una mela. Piuttosto che puntare ad azzerare il tuo peso sulla bilancia, è meglio prendersi cura di se stessi con una manicure o un capo di abbigliamento in grado di modificare il vostro aspetto.

7.NON RICONTEGGIARE
Tutte le volte che perdi dal 10 al 15% del tuo peso, regola di nuovo l'assunzione giornaliera di calorie. Inoltre, ricalcola quanto bruci durante gli allenamenti, perché anche questa quantità diminuisce se dimagrisci.

Denise Schipani
da rivista "Runners"
Febbraio 2014

11 febbraio 2014

Il 2014 è l'anno degli SMARTFITNESS



Con smart fitness si intende l’unione di due “mondi” che sembra possano coesistere molto bene e farci stare meglio.
Ormai la tecnologia è sempre più a portata di mano. E digitando comandi con le dita sui nostri smartphone abbiamo un crescente numero di attività a disposizione.
Già da tempo lo ha capito anche chi opera nell’home fitness, ma ora iniziamo a vedere risultati  sorprendenti e oggetti tanto affascinanti quanto utili.
L’occasione per fare un pò il punto della situazione ce la offre il Consumer Electronic Show, tenutosi qualche giorno fa a Las Vegas.
Una mega fiera per spiegarci come vivremo nei prossimi mesi, che ha aperto finestre interessanti anche per appassionati di tapis roulant, gym bikes ed ellittiche come noi.
Partiamo con WellShell, un oggetto capace di dialogare con I-pad, I-phone e cellulari Android. Poco più grande di un mouse del pc, una volta premuto, questo dispositivo crea una resistenza che produce una tensione isometrica. Bisognerà proprio metterlo alla prova!
Interessante ci sono parsi anche i bracciali, come ad esempio lo SmartBand, il LifeBand touch o il Pulsense.
Si tratta di “aiutanti” dei nostri allenamenti che permettono di tenere sott’occhio il battito cardiaco e rilevare altri dati utili a indirizzare al meglio i nostri sforzi.
Siamo inoltre in attesa di vedere l’impatto di google glass sullo sport, dato che questo strumento avrà funzionalità apposite per ampliare l’azione di runner e atleti.
Insomma, il 2014 sembra pronto per far entrare nelle nostre case una serie di nuovi elementi e promuovere un’idea di benessere decisamente più “tecnologico”.

di Marco Costantino

4 febbraio 2014

Il Senior e le attività motorie adattate

Il valore preventivo delle attività motorie e sportive costituisce un'evidenza scientifica, ormai ampiamente riconosciuta in letteratura, da cui emergono anche i parametri essenziali del carico minimo raccomandato.
Diventa pertanto interessante chiarire gli effetti dei differenti protocolli di attività motorie sulle capacità fisiche del soggetto adulto e anziano.  Tali analisi si rende necessaria per ottenere preziose indicazioni operative e metodologiche per la strutturazione di programmi di attività motorie destinate ai Senior, che possono essere supportati da un coerente percorso scientifico e didattico.


Gli studi e le Review più recenti suggeriscono i vantaggi derivanti dai Training di Forza: per alcuni autori tale allenamento può costituire una reale ed efficace contromisura per alcune conseguenze patologiche che si associano alla sindrome metabolica., in quanto capaci di ridurre il rischio cardiovascolare, l'insulino resistenza e il grasso viscerale o l'obesità addominale; inoltre, l'allenamento della forza sarebbe in grado di far diminuire la fibromialgia, riducendo la sensazione di dolore e di fatica, innalzando la qualità della vita; il training di forza incrementerebbe pure la densità minerale ossea attraverso la sollecitazione in trazione del sistema muscolotendineo; infine, sarebbe anche capace di determinare benefici nelle funzioni cognitive e in alcune dimensioni della personalità.

Per le evidenze raccolte in tale Review, i vantaggi ottenuti attraverso il training di forza sono trasferibili sia nella capacità di prolungare la massima distanza coperta attraverso il cammino sia nella riduzione del tempo necessario a passare dalla stazione seduta a quella eretta sia in una maggiore e migliore mobolità individuale. Infine, vi sarebbe anche una concreta ed evidente risposta ipertrofica nell'ordine di circa il 10% sia per fibre di tio I che di tipo II.

Sannicandro
da Scienza e Sport
Gen-Feb-Marz 2014

21 gennaio 2014

Le scritte sui pacchetti di sigarette sono davvero efficaci?



“Il fumo uccide”. “Fumare nuoce gravemente alla salute”. Sono moniti familiari per chi ha il vizietto delle “bionde”, dato che per legge sono stampati in bell’evidenza su tutti i pacchetti di sigarette.Ma qual è la loro reale efficacia come deterrenti?
Secondo uno studio appena pubblicato su Psychological Science,sortirebbero addirittura l’effetto opposto, inducendo a comprarne e a consumarne di più.
“Gli avvertimenti scritti sulle etichette incutono senso di timore non appena letti, spronando a prendere in seria considerazione gli effetti negativi” sostiene Yael Steinhart, uno degli autori della ricerca, “ma col passare del tempo infondono, paradossalmente, un senso di fiducia nel prodotto.
Dipende dal lasso di tempo che intercorre tra la visualizzazione del monito e quando si comprano, fumano o valutano le controindicazioni”.
Più questo intervallo di tempo è lungo, più si è portati a enfatizzare le sigarette come qualcosa di attraente e positivo, con conseguente incremento nell’acquisto. Proprio il contrario di ciò che le avvertenze sul pacchetto dovrebbero comunicare. Non perché alle scritte “ormai ci si è fatta l’abitudine” e non se ne presta più attenzione o se ne dimentica il significato. È qualcosa di più complesso, che avviene a livello inconscio. 
In pratica, quando si pensa a qualcosa figurandosela nell’immediato, si tende a visualizzarla mentalmente in modo concreto, considerando tutti gli aspetti, buoni o cattivi. Mentre se è collocata in un futuro remoto, la nostra mente la rende astratta e non si focalizza sui dettagli. 
Dunque i messaggi sui pacchetti sono inutili o perfino controproducenti? Secondo i ricercatori, le aziende che veramente intendono sfruttarne l’efficacia dovrebbero attuare strategie di comunicazione valutando proprio il risultato del loro studio.
Angelo Piemontese
www.panorama.it
Gennaio 2014



13 gennaio 2014

Anna Stefani: una Young Runners

Benedetto il giorno in cui un tizio- che poi si chiama Ruggero Grassi e oggi è il suo allenatore- si presentò nella sua classe per parlare di atletica, con l'obiettivo di attirare in pista qualcuno di quegli studenti e, magari, di ricavarne un campioncino.

Anna, quando hai capito che la cosa poteva diventare seria?
Nella stagione 2013, cioè al secondo anno delle categoria Allieve. ho cominciato ad allenarmi inensamente. I risultati non sono tardati ad arrivare e i continui miglioramenti mi hanno dato la carica per inistere. Ma sono perfettamente consapevole che la strada è ancora lunga.


Hai dovuto tradire qualche altro sport o prima non avevi fatto nulla?
Nulla di particolare a livello agonistico. Però mi piaceva molto l'equitazione. Andare a cavallo è sempr stata la mia più grande passione.

Mamma, papà, fratelli: qualcuno viene dall'atletica?
No,sono la prima. Però papà ha giocato pallavolo ad alti livelli. E' arrivato sino alla serie C.

Quali distanze prediligi?
Vado meglio su quelle medio lunghe, tipo 3000 o 5000, che però ho corso solo una volta, ai campionati italiani Juniores, dove ho vinto. E pensare che in principio non mi piaceva fare troppi chilometri... La maratona? Per ora non ci penso proprio, mi sembra una cosa così lontana... Comunque devo ancora individuare bene quale sia la distanza che fa più per me.

Amicizie importanti nell'atletica?
Ho un bellissimo rapporto con Silvia Weissteiner (la numero 1 italiana degli ultimi anni sulle lunghe distanze).
Siamo compagne di allenamento, ci aiutiamo l'una con l'altra e andiamo molto d'accordo. Per me,poi, lei è un esempio da imitare. E i suoi risultati sono un grande stimolo. Quanto vorrei risucire a ripercorrere la sua carriera.

Ultima domanda: come mai a Vipiteno la corsa funziona cosi bene?
Non saprei, forse centra con l'ambiente. Comunque molto merito è del nostro allenatore.


Paolo Morabini
da rivista "Runner"
Gennaio 2014

7 gennaio 2014

Perché la celiachia è in aumento?

La celiachia è una malattia autoimmune, causata dal glutine presente nei cereali, che provoca disturbi quali diarrea e dolori addominali. Di recente l'aumento di incidenza della malattia registrato negli ultimi decenni è stato associato a un maggiore contenuto di glutine delle nuove varietà di frumento ottenute con il moderno miglioramento genetico. Ora però uno studio pubblicato sul "Journal of Agricutural and Food Chemistry" ha mostrato che le varietà i grano moderne non hanno un contenuto proteico significamene differente da quello delle varietà della prima metà del Novecento e che il collegamento tra celiachia e assunzione di frumento era sconosciuta fino agli anni cinquanta: prima di questo periodo, dunque, ogni sintomo dovuto a celiachia veniva classificato come generico disturbo gastrinenstinale. Secondo i dati disponibili, è molto probabile che ad aver aumento l'aumento dell'incidenza della malattia non sia stato l'alto contenuto proteico delle varietà moderne, ma il consumo pro capite di frumento e l'uso di glutine addizionato, entrambi aumentati fortemente negli ultimi decenni. Questi risultati, se confermati, potranno essere utili per studiare maggioramente la celiachia e fornire strategie efficaci per il suo contenimento e trattamento.

da "Le scienze"
Gennaio 2014

27 dicembre 2013

10 vero o falso: SI FA PRESTO A DIRE BIOLOGICO


1. L'agricoltura biologica non fa uso di pesticidi: VERO

L'agricoltura biologica non può far uso di pesticidi di sintesi, ma ne utilizza alcuni di origine naturale.
Alcuni prodotti naturali ammessi sono la famiglia di molecole chiamate piretrine, lo spinosad, il Batterio Bacillus huringiensis, oppure alcune sostanze usate tradizionalmente quando il solfato e l'idrossido di rame, lo zolfo, alcuni oli minerali e così via.


2.L'agricolutra biologica ha rese confrontabili a quella convenzionale: DIPENDE

Le rese per ettaro dell'agricoltura biologica sono solitamente più basse di quelle dell'agricoltura convenzionale, ma molto dipende dal tipo di coltura e dalle condizioni ambientali.


3. I prodotti biologici hanno migliori proprietà nutrizionali: FALSO

Il rapporto della Food Agency britannica di tutti gli articoli scientifici pubblicati dal 1958 afferma: "Per la maggioranza dei nutrienti esaminati non è stata rilevata una differenza nel contenuto di nutrienti e altre sostanze tra prodotti biologici e convenzionali siano largamente confrontabili.


4.I prodotti biologici hanno meno residui di pesticidi: VERO


5. I prodotti biologici sono più sicuri di quelli convenzionali: FALSO

La certificazione biologica di un prodotto garantite che durante la coltivazione o la produzione siano state rispettate le varie normative e i regolamenti. Per esempio che non siano stati utilizzati fertilizzanti di sintesi o fitofarmaci non ammessi.


6. L'agricoltura biologica promuove la biodiversità: VERO


7. L'agricoltura biologica ha un'impatto ambientale minore: DIPENDE

Diversi studi mettono in evidenza come le pratiche dell'agricolutra biologica abbiano in genere un impatto positivo sull'ambiente per unità di superficie ma, a causa delle minori rese, non necessariamente per unità di prodotto. In altre parole, un'azienda agricola che produce ortaggi può, a parità di superficie coltivata, rilasciare meno azoto nella falda, ma ogni singolo ortaggio raccolto nei suoi campi potrebbe avere un impatto sulla falda maggiore di un analogo prodotto in modo convenzionale.


8.I prodotti biologici sono più contaminati di micotossine: FALSO

Le micotossine sono sostanze tossiche prodotti da alcuni funghi o muffe in condizioni climatiche favorevoli che possono contaminare cereali e derivati, arachidi, semi oleosi e altri prodotti agricoli. E' diffuso il timore che i cereali biologici possono essere più predisposti alla contaminazione da micotissine a causa della limitata protezione delle colture biologiche dall'attacco di funghi e muffe.


9. La produzione biologica in Italia è in continua crescita: FALSO

In Italia i consumi di prodotti alimentari biologici rappresentano l'1,45% del totale. Ha avuto uno sviluppo molto rapido per tutti gli anni Novanta del XX secolo. In seguito il numero degli operatori è diminuito, per arrivare a stabilizzarsi attorno ai 50000 negli ultimi otto anni, mentre la superficie coltivata si è stabilizzata a valori poco inferiori ai massimi raggiunti nel 2001.


10. L'agricoltura biologica non può fare uso di OGM: VERO




Dario Bressanini
da "Le Scienze"
Novembre 2013



18 dicembre 2013

I 10 "Super Cibi" contro lo stress delle feste

Per superare l’inverno e le festività natalizie senza stress e senza strafare con i cibi, può essere d’aiuto l’alimentazione, in particolare i dieci «super-cibi» elencati dai nutrizionisti della Washington University: utili per la salute perché aiutano a riposare meglio e combattono l’ansia che fa mangiare troppo e male, soprattutto nei periodi di festa. 

1. I cereali integrali e il pane integrale;

2. Una tazza di tè caldo;
3. La frutta secca, e in particolare noci, mandorle e pistacchi;
4. I cibi ricchi di vitamina C, come arance, mirtilli e fragole; 
5. Il cioccolato fondente (da assumere nelle giuste porzioni); 
6. Il pesce ricco di grassi Omega-3, come sardine, salmone e tonno; 
7. Una tazza di latte caldo; 
8. Verdure fresche e croccanti, come carote, sedano e insalata; 
9. L'acqua, che d’inverno si tende a trascurare; 
10 L'avocado, ricco di potassio.

I BENEFICI - «Si tratta di cibi che danno un maggiore senso di sazietà e fanno masticare a lungo, riducendo i livelli di ansia e scacciando il desiderio di continuare a mangiare - sottolinea Connie Diekman, direttore del Dipartimento di nutrizione della Washington University -. Mantengono i giusti livelli di zucchero nel sangue, abbassano la glicemia, possiedono effetti antinfiammatori e aumentano i livelli di serotonina che ha riconosciuti effetti calmanti. Infine hanno effetti benefici sulle funzioni cerebrali. Le bevande calde infine facilitano il sonno». Diekman ha invitato gli studenti dell’ateneo a sperimentare i 10 «super-food» durante le vacanze natalizie.


Dicembre 2013

Www.corriere.it

10 dicembre 2013

Spolverare, pulire, stirare: non sono uno sport


Le faccende domestiche non sono un buon sostituto della palestra. Eppure, secondo uno studio pubblicato sulla rivista online BMC Public Health, non sono in pochi a ritenere che pulire i pavimenti, stirare o potare le rose abbia lo stesso effetto di un’ora di jogging o di cyclette. E, sebbene l’indagine sia stata condotta nell’Irlanda del Nord, è molto probabile che un’idea simile sia ben radicata anche da noi, dove, secondo gli ultimi dati Istat, il 40 per cento della popolazione non pratica alcuno sport.

SFORZO INTENSO - «Nell’intento di incoraggiare chi è sedentario a muoversi almeno un poco, molta enfasi è stata posta in questi anni su forme di esercizio fisico che possono essere incluse senza troppi sforzi nella normale routine quotidiana - si legge nello studio -. Questo approccio comprende la promozione del fai-da-te, dei lavori domestici, del giardinaggio, delle piccole riparazioni in casa. Eppure, sebbene ci siano molti studi che hanno associato lo sport a una riduzione della mortalità per tutte le cause, i vantaggi che queste occupazioni possono portare alla salute sono davvero molto dubbi». Diverse ricerche, anzi, dimostrano che qualche beneficio si riscontra soltanto per quei pochi lavori che richiedono uno sforzo fisico intenso - come tagliare l’erba, scavare in giardino o spalare la neve - mentre spazzare, stirare, spolverare o piantare chiodi non darebbe alcun giovamento, né aiuterebbero a tenere sotto controllo l’ago della bilancia.
INDICE DI MASSA CORPOREA - Insomma, avvertono i ricercatori: «Possono essere considerate utili soltanto quelle attività che determinano un’accelerazione della respirazione e del battito cardiaco». La controprova è contenuta nello stesso articolo di BMC Public Health: a una maggiore quantità di tempo trascorsa fra scope, ferri da stiro, pennelli, seghetti e innaffiatoi non corrisponde infatti una migliore forma fisica. Anzi, esattamente il contrario: il valore dell’indice di massa corporea tende a essere maggiore in chi riferisce di essere più spesso occupato nelle attività casalinghe.
Margherita Frontewww.repubblica.it
Novembre 2013

29 novembre 2013

Alimentazione antinfiammatoria e prevenzione dagli infortuni

Il rischio di infortuni nello sport può essere accresciuto dall'infiammazione silente ( o cellulare o sistemica o di basso grado).
Ci sono fattori alimentari che determinano il suo aumento come l'abbondante consumo di Acidi Grassi OMEGA-6 e di cibi amidacei raffinati (ad "alto indice glicemico").
I fattori alimentari che, al contrario tendono a diminuire lo stato infiammatorio dell'organismo sono in particolare gli acidi grassi OMEGA-3 (Presenti in certi pesci) e i polifenoli, le sostanze che danno colore alla frutta e alla verdura. Partendo da ciò, saranno forniti consigli alimentari per diminuire lo stato infiammatorio dell'organismo e per ridurre così il rischio di infortuni da microtrauma ripetuto e da lesioni muscolari.

Quale alimentazione adottare per limitare il rischio di infortuni?

  • Consumare abitualmente pesce (vedi Tabella A) o assumere capsule di olio di pesce concentrato e raffinato.
  • Consumare abitualmente tanta verdura e frutta: una dose abbondante di verdura colorata va assunta a pranzo e a cena; in tali pasti principali (e/o nella prima colazione o negli spuntini) va inserita sempre un po' di frutta, meglio nostrana e di stagione; i frutti di bosco contengono polifenoli molto validi.
  • Ridurre nettamente il consumo gli alimenti ricchi di amidi raffinati, come cerali del mattino, patatine confezionate, merendine e bibite dolci; prendere porzioni limitate di riso, pane bianco, biscotti, dolci e pasta; la tabella B ti permette di calcolare l'indice glicemico di ciò che si mangia.
  • Diminuire il consumo di cibi contenenti oli vegetali o margarine; è sempre bene osservare le etichette dei prodotti e controllare se fra gli ingredienti sono presenti oli vegetali, nel qual caso è meglio evitarlo dal proprio piano alimentare.
  • Ridurre il consumo di grassi saturi, specie nelle parti più palesemente grasse delle carni dei mammiferi di terra; cme fonti proteiche preferite di pesce, le carni bianche e magre, gli affettati magri (bresaola, prosciutto crudo e cotto sgrassati, fesa di tacchino), alcuni formaggi e i prodotti a base di proteine di soia.



Enrico Arcelli e Elena Casiraghi
da Rivita (Scienza e Sport)
Ott-Nov-Dic 2013