Vi è mai capitato in seguito a un'emozione di paura di avere un "blocco allo stomaco"? Quando avete mal di pancia riuscite a lavorare e svolgere le vostre attività quotidiane in assoluta libertà?
E' noto quanto possono pesare lo stress, le emozioni negative sulla salute dello stomaco e dell'intestino.
Vediamone il motivo.
Nell'intestino troviamo una rete nervosa di oltre cento milioni di neuroni che gestiscono le attività enteriche e che si collegano al cervello attraverso il sistema nervoso vegetativo.
Il primo cervello può alterare il normale funzionamento del secondo, interferire con i suoi ritmi e, per questa via, disturbare la peristalsi, la produzione di acidi, di ormoni e di citochine. Ma è vero anche il contrario: le connessioni che dal cervello enterico vanno al a quello centrale sono più numerose di quelle che fanno il viaggio inverso. Questo significa che disordini intestinali possono produrre i loro effetti sul cervello centrale.
Un ruolo importantissimo viene svolto dalla SEROTONINA, una molecola conosciuta per il suo legame con la depressione. Si sa che una sua carenza può comportare depressione, tant'è che i farmaci antidepressivi moderni funzionano perché ne aumentano la sua disponibilità. Meno noto è il fatto che il 95% della serotonina viene prodotto dall'intestino.
A cosa serve la serotonina nella pancia? A iniziare il riflesso peristaltico, a mantenere il tono vascolare, insomma a regolare i movimenti e l'attività digestiva. Allo stesso tempo, funge da segnale al cervello: segnali positivi come la sazietà e negativi come la nausea.
Questo ci fa capire come una corretta alimentazione possa comportare non solo uno stato di benessere fisico, ma anche psichico. Di conseguenza, pensieri positivi ci permettono di svolgere le nostre funzioni vitali nella maniera più economica e funzionale possibile.
Ricordate che: "I farmaci curano, la dieta fa guarire" cit. Fondatore Medicina Cinese
Martina Marchiori
8 settembre 2014
28 giugno 2014
MEDICINA SPORTIVA: Lezione di storia
Ciao a tutti!Oggi vi voglio dare una lezione di storia. Quando è nata la medicina sportiva? E' una disciplina recente o se ne è parlato già secoli fa?Il primo trattato risale al 1569 scritto dal medico Girolamo Mercuriale il cui titolo è DE ARTE GYMNASTICA.
"Finchè gli uomini, ignari di laute mense e sontuosi banchetti, come pure dell'abitudine al bere in seguito a poco a poco introdotta, ebbero esigenze limitatissime, nemmeno le malattie avevano fatto la loro apparizione, al punto che se ne conoscevano persino i nomi".
Con queste parole Girolamo Mercuriale descrive la nascita della medicina, avvenuta di pari passo con l'insinuarsi dell'intemperanza fra gli uomini.
L'autore parla di storia, filosofia, dermatologia, pediatria, patologia etc. e dell'importanza nella medicina degli esercizi fisici. Anche se nell'antichità erano visti in un'ottica di preparazione militare, avevano come obiettivo la sanità e la robustezza del corpo.
L'opera è suddivisa in sei libri e in ogni sua parte viene messo in luce un aspetto dell'arte ginnica che varia dalla costruzione degli ambienti alla parte educativa e pratica.
"Finchè gli uomini, ignari di laute mense e sontuosi banchetti, come pure dell'abitudine al bere in seguito a poco a poco introdotta, ebbero esigenze limitatissime, nemmeno le malattie avevano fatto la loro apparizione, al punto che se ne conoscevano persino i nomi".
Con queste parole Girolamo Mercuriale descrive la nascita della medicina, avvenuta di pari passo con l'insinuarsi dell'intemperanza fra gli uomini.
L'autore parla di storia, filosofia, dermatologia, pediatria, patologia etc. e dell'importanza nella medicina degli esercizi fisici. Anche se nell'antichità erano visti in un'ottica di preparazione militare, avevano come obiettivo la sanità e la robustezza del corpo.
L'opera è suddivisa in sei libri e in ogni sua parte viene messo in luce un aspetto dell'arte ginnica che varia dalla costruzione degli ambienti alla parte educativa e pratica.
L'opera ci da la possibilità di come già nell'antichità si parlasse di benessere, di salute e di igiene.... è possibile che negli ultimi anni trascuriamo queste discipline? Perché ci stiamo sempre più spostando verso la patologia?
Dobbiamo impegnarci a vivere pienamente il concetto di PREVENZIONE e non di CURA. Questo deve essere fatto con costanza e attenzione.
Se volete fare un tuffo nel passato.... buona lettura.
Marchiori M.
25 giugno 2014
Tecnica di drenaggio dei seni venosi...da provare!!!
Buongiorno a tutti!!
Come sapete sono una studentessa di Osteopatia e il week end scorso con grande soddisfazione ho concluso in Terzo Anno del mio percorso di studi.
Oggi vi voglio parlare di una tecnica cranio -sacrale di drenaggio per i seni venosi. Vi richiamerò in maniera molto riassuntiva qualche nozione di anatomia e vi spiegherò quando è indicata e le eventuali controindicazioni di questa tecnica.
Il sistema venoso cerebrospinale è costituito da un sistema intracranico di seni che raccolgono il sangue refluo dell'encefalo e delle meningi.
I seni cranici sono privi di valvole e quindi il sangue circola grazie alla contrazione degli emisferi cerebrali, la quale viene trasmessa alle Membrane di Tensione Reciproca, che a loro volta determinano la contrazione dei seni.
Indicazioni:
-Ipertensione intracranica;
-Cefalee da congestione causate da stasi venosa;
-Dolori retroculari;
- Emicranee di origine olfalmica;
....per i bambini e non solo:
-Ritardo dello sviluppo psicomotorio;
-Astenie intellettuali e fisiche;
-Disturbi comportamentali.
Controindicazioni:
-Epilessia;
-Rischi emorragici;
-Traumi cranici;
-Ipotensione e bradicardia;
-Stati depressivi;
-Gravidanza dal 5-8 mese.
In media la tecnica dura 40 min e vi posso assicurare che comporta uno stato di benessere generale anche a distanza di giorni.
Martina M.
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22 maggio 2014
Perché integrare l'alimentazione?
La supplementazione negli ultimi anni sta diventando uno strumento indispensabile per assicurare
al nostro organismo tutti i nutrienti di cui ha bisogno; la necessità di integrare l'alimentazione con
opportuni supplementi è supportata da più motivazioni: prima tra tutte è la qualità degli alimenti
(che le moderne tecniche di coltura hanno reso più poveri in vitamine e minerali rispetto a quelli
reperibili in passato), ulteriormente aggravata dal fatto che il loro consumo avviene di norma molti
giorni dopo la raccolta, aspetto che ne riduce le qualità nutrizionali.
Lo stile di vita frenetico, inoltre, porta molte persone a consumare pasti veloci e non equilibrati, quando non a saltare i pasti; si aggiungano poi i rischi, tipici durante bella stagione, che derivano dal ricorso a diete "fai da te" che promettono di ottenere risultati miracolosi in poche settimane proponendo modelli nutrizionali scorretti.
Le vitamine così come i sali minerali sono essenziali per le normali funzioni biologiche: le vitamine
del gruppo B sono importanti per il corretto metabolismo di carboidrati, lipidi, proteine e ferro, la
vitamina C è un ottimo agente antiossidante ed è fondamentale per mantenere in buono stato il
sistema immunitrario, il calcio è utile per la neurotrasmissione, il processo di divisione cellulare e
per il tessuto osseo, il cromo è indispensabile per il mantenimento dei normali livelli di glucosio, il
ferro contribuisce al metabolismo energetico, al trasporto di ossigeno, alla riduzione della
stanchezza e della fatica, potassio e magnesio sono indicati per il mantenimento di un buon
bilancio idrosalino e sono implicati nelle normali funzioni muscolari, cardiache, neurologiche e
gastrointestinali.
Una corretta supplementazione di vitamine e sali minerali può quindi dimostrarsi utile in caso di sintomatologia vaga, stanchezza persistente, alterazione del metabolismo energetico o del pH extracellulare, sbilanciamento idrosalino, utilizzo cronico di farmaci.
Lo stile di vita frenetico, inoltre, porta molte persone a consumare pasti veloci e non equilibrati, quando non a saltare i pasti; si aggiungano poi i rischi, tipici durante bella stagione, che derivano dal ricorso a diete "fai da te" che promettono di ottenere risultati miracolosi in poche settimane proponendo modelli nutrizionali scorretti.

Una corretta supplementazione di vitamine e sali minerali può quindi dimostrarsi utile in caso di sintomatologia vaga, stanchezza persistente, alterazione del metabolismo energetico o del pH extracellulare, sbilanciamento idrosalino, utilizzo cronico di farmaci.
Dario Boschiero, Laura Converso
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6 maggio 2014
Diaframma e postura...c'è un nesso
Innumerevoli persone hanno una cattiva respirazione diaframmatica: in questi casi il Diaframma si presenta in uno stato di spasmo cronico, che ne impedisce la discesa durante la espirazione.
Il compenso generalmente attuato consiste nell'affidare la fase Inspiratoria all'azione dei muscoli accessori della respirazione: lo Sternocleidomastoideo e gli Scaleni.

Cosi in queste persone troveremo un' importante diminuzione, a volte scomparsa o addirittura inversione, della lordosi cervicale e uno stato di detrazione fibrotica degli estensori del rachide.
Il risultato finale sarà una diminuzione di mobilità delle articolazioni tra le vertebre cervicali e un marcato aumento di pressione sulle articolazioni intervertrebrali, che provocherà facilmente dolore, sofferenza infiammatoria cronica e una precoce evoluzione artrosica del rachide cervicale.
Per evitare di apportare posture scorrette a causa di una cattiva respirazione si possono effettuare degli esercizi per migliorare il proprio respiro.
Si possono svolgere prima di andare a letto così da facilitare anche l'addormentamento.
Come nella foto esercitatevi a inspirare gonfiando la pancia (senza sollevare il torace) e espirare cercando di portare l'ombelico verso il basso consentendo il contatto della schiena con la base di appoggio.
Provate per 30 respirazioni.
Come si sentite? Non siete più rilassati? Pensate come sarebbe più "leggera" la giornata se fossimo in grado di respirare in maniera più economica ed efficace.
Marchiori M.
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27 aprile 2014
Acido lattico o DOMS al risveglio?
Il dolore e il disagio associato al DOMS solitamente raggiunge il picco tra le 24 e le 48 ore dopo la pratica di attività fisica e si estingue nelle 96 ore successive.
Da un punto di vista anatomico i DOMS sono semplicemente dovuti a micro lacerazioni del tessuto muscolare causate dall’eccessivo stress al quale il muscolo viene sottoposto durante l'allenamento. Una volta che il muscolo è stato stressato si ricostruirà più forte di prima e sarà dunque capace di sopportare uno stress maggiore durante l’allenamento successivo.
Le lesioni indotte coinvolgono sia le componenti contrattili (actina e miosina), il citoscheletro del muscolo che le miofibrille.
Quando si ha, invece, l'acido lattico?
La produzione di acido lattico è tipica di una allenamento di tipo anaerobico. Una sua eccessiva produzione porta degli indolenzimenti, ma questo è un evento solamente transitorio, infatti già dopo 45-60 minuti dal termine dell’allenamento, esso viene completamente smaltito dal nostro organismo e non è dunque la causa dei dolori nei giorni successivi l’allenamento.
Non abbiate paura di aver svolto male l'allenamento se il giorno dopo avete qualche dolore....anzi, TUTTA SALUTE!
Buon allenamento
Martina M.
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15 aprile 2014
Allenamento di forza e allenamento aerobico: uno esclude l'altro?
Durante la stesura di un programma di allenamento mi capita di riflettere su questa questione.
Molto spesso quando ci si concentra su un programma prevalentemente aerobico si teme di perdere quella Massa Muscolare faticosamente conquistata con l'allenamento.
Il Training Aerobico, se adeguatamente ottimizzato, provoca minime perdite di massa muscolare e nel frattempo migliora in modo eccezionale la Definizione muscolare.
Quindi, svolgendo attività aerobica abbinato a un allenamento di forza si dimagrisce molto più velocemente, secondo quali meccanismi?
- L'esercizio fisico fa produrre alle ghiandole surrenali importanti quantità di catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che sono responsabili della mancanza di desiderio di assumere cibo per il periodo i mediamente successivo alla seduta di allenamento;
- L'allenamento ottimizza il funzionamento dell'ipotalamo, specialmente in due centri: quello della fame (che fa scatenare l'appetito) e il centro della sazietà ( che,di contro, inibisce quello della fame). Durante l'attività fisica, specialmente se aerobica, si producono le endocrine, oppiacei che danno un'immediata sensazione di benessere, allentando quelle tensioni che possono essere la causa dell'assunzione indiscriminata di cibo;
- Le sedute di allenamento di tipo aerobico, se durano almeno 20-40 minuti, accelera il metabolismo per circa 12 ore.
Mi raccomando: correre troppo non fa dimagrire di più!!
Come si può vedere qui sotto, i grassi vengono consumati soprattutto a riposo... Per questo è fondamentale aumentare la massa muscolare per velocizzare il metabolismo.
Come sempre la regola da tenere presente è PERSONALIZZARE il più possibile l'allenamento per migliorare tutti i parametri fisici, stare meglio e perché no... Essere anche più belli!!
Marchiori M.
Come sempre la regola da tenere presente è PERSONALIZZARE il più possibile l'allenamento per migliorare tutti i parametri fisici, stare meglio e perché no... Essere anche più belli!!
Marchiori M.
9 aprile 2014
Gioia... Passione e allenamento nelle Arti Marziali
Ciao a tutti!
Oggi voglio condividere una storia che parla di Impegno, di Costanza e di Grinta: la protagonista si chiama Gioia.
Gioia ha iniziato a praticare Karate da quando aveva solo otto anni, credendo di praticare semplicemente uno sport; con il passare degli anni ha scoperto, invece, che è la sua più grande passione.
Cosa significa per lei Passione?. "Passione è provare quel sentimento indossando il karateji e l’obi (kimono e cintura) prima di entrare nel Dojo (palestra), quella carica quando pratichi, quando a distanza di anni il tuo Sensei (Maestro) ti corregge e cerchi di impegnarti sempre al massimo per poter migliorare per poter far meglio, quell’adrenalina forte quando fai delle competizioni e una delle cose più importanti non è solo mirare ad un risultato o al podio, ma vedere la tua squadra che ti conforta, che ti stimola, sentire dagli spalti “Vaii Gioia!!!”, quell’incitamento, quelle urla piene di forza, in certi momenti sono la vera Vittoria."
Gioia da sei anni si è avvicinata alla disciplina del krav maga, per saziare quel desiderio di conoscere sempre nuove tecniche delle arti marziali.
Se nel Karate ha trovato una filosofia di vita, dei principi, delle regole, un rispetto assoluto per i propri Maestri, per i compagni e per se stessi, nel krav maga ha conosciuto il combattimento in una disciplina che prevede l'utilizzo anche oggetti che si trovano quotidianamente (penna, bottiglia, borsa, bicchiere etc..) a armi (pistola, coltello, bastone, etc..).
Io e Gioia ci conosciamo da diversi anni, siamo cresciute nello stesso paese e le nostre storie si sono spesso incontrate.
Questa volta la mia professione ha incontrato la sua passione: in seguito a un problema al ginocchio ho iniziato a seguirla negli allenamenti insegnandole la tecnica corretta degli esercizi, proponendole degli allenamenti in base al suo obiettivo... Essere più reattiva, esplosiva e forte!!
Desidero prepararla al meglio per le prossime sfide nella speranza di farle raggiungere grandi traguardi.
Mi auguro di continuare a vivere la sua energia, così grande che tante volte mi serve da carburante per la mia attività.
Concludo con la visione meravigliosa che Gioia ha dello sport: "Lo sport è Vita, è Amicizia, è Armonia della mente del corpo, è fatica ma una fatica che ti ripaga, è soddisfazione, è Libertà!!”... Spero di riuscire a trasmettere la stessa passione anche a voi!!
G. Tognon e M. Marchiori
Oggi voglio condividere una storia che parla di Impegno, di Costanza e di Grinta: la protagonista si chiama Gioia.
Gioia ha iniziato a praticare Karate da quando aveva solo otto anni, credendo di praticare semplicemente uno sport; con il passare degli anni ha scoperto, invece, che è la sua più grande passione.
Cosa significa per lei Passione?. "Passione è provare quel sentimento indossando il karateji e l’obi (kimono e cintura) prima di entrare nel Dojo (palestra), quella carica quando pratichi, quando a distanza di anni il tuo Sensei (Maestro) ti corregge e cerchi di impegnarti sempre al massimo per poter migliorare per poter far meglio, quell’adrenalina forte quando fai delle competizioni e una delle cose più importanti non è solo mirare ad un risultato o al podio, ma vedere la tua squadra che ti conforta, che ti stimola, sentire dagli spalti “Vaii Gioia!!!”, quell’incitamento, quelle urla piene di forza, in certi momenti sono la vera Vittoria."
Gioia da sei anni si è avvicinata alla disciplina del krav maga, per saziare quel desiderio di conoscere sempre nuove tecniche delle arti marziali.
Se nel Karate ha trovato una filosofia di vita, dei principi, delle regole, un rispetto assoluto per i propri Maestri, per i compagni e per se stessi, nel krav maga ha conosciuto il combattimento in una disciplina che prevede l'utilizzo anche oggetti che si trovano quotidianamente (penna, bottiglia, borsa, bicchiere etc..) a armi (pistola, coltello, bastone, etc..).
Io e Gioia ci conosciamo da diversi anni, siamo cresciute nello stesso paese e le nostre storie si sono spesso incontrate.
Questa volta la mia professione ha incontrato la sua passione: in seguito a un problema al ginocchio ho iniziato a seguirla negli allenamenti insegnandole la tecnica corretta degli esercizi, proponendole degli allenamenti in base al suo obiettivo... Essere più reattiva, esplosiva e forte!!
Desidero prepararla al meglio per le prossime sfide nella speranza di farle raggiungere grandi traguardi.
Mi auguro di continuare a vivere la sua energia, così grande che tante volte mi serve da carburante per la mia attività.
Concludo con la visione meravigliosa che Gioia ha dello sport: "Lo sport è Vita, è Amicizia, è Armonia della mente del corpo, è fatica ma una fatica che ti ripaga, è soddisfazione, è Libertà!!”... Spero di riuscire a trasmettere la stessa passione anche a voi!!
G. Tognon e M. Marchiori
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17 marzo 2014
Attività fisica e Alzheimer: il caso della signora G.
Ciao a tutti!
Oggi vi voglio raccontare la storia di G.,una signora distinta ed elegante alla quale è stata diagnosticato l'Alzheimer un anno fa.
Dopo essersi consultata con diversi medici, la figlia ha deciso di contattarmi nella speranza di riuscire a far svolgere attività fisica alla madre in maniera costante e controllata.
Perché un malato di Alzheimer dovrebbe fare Movimento?
L'attività cardiovascolare e gli esercizi di forza favoriscono l'aumento della vascolarizzazione cerebrale potenziando le connessioni sinaptiche, responsabili delle trasmissioni dei segnali nervosi.
Il primo incontro con G. non aveva portato i risultati sperati: la mia visita era stata vista come un'intrusione.
G. non voleva iniziare questo percorso, perché non voleva avere un impegno fisso. Lei si muove per casa, cammina per il giardino, ha la sua routine e soprattutto è alta,snella e in perfetta forma fisica. Non sapendo della propria malattia, non capiva il motivo di tale insistenza da parte della figlia.
Il primo incontro non era andato bene.
A distanza di due giorni la figlia mi ha richiamato dicendomi che la madre ci aveva ripensato e che avrebbe iniziato, dicendole " Lo faccio solo perché vedo che ci tieni tanto, anche se non so il perché".
Con grande soddisfazione sono 6 mesi che seguo la signora G. e ho visto grandissimi miglioramenti, quasi da commuovermi.
A ottobre ci impiegava molto tempo a indossare le scarpe e legare i lacci, mi ripeteva spesso le stesse frasi; per quanto riguardava l'ambito motorio non riusciva a riprodurre l'esercizio che le avevo mostrato un attimo prima, era incerta nei movimenti e molto insicura nell'equilibrio.
A distanza di mesi G. riesce a togliere e mettere le scarpe con sicurezza, capisce gli esercizi riproducendoli quasi correttamente.
A ottobre aveva paura di restare in equilibrio in piedi su un cuscinetto morbido ("voleva il mio ditino") e ora ha imparato a sdraiarsi sopra a una fitball per svolgere distensioni con i manubri.
I primi mesi all'inizio dell'allenamento mi diceva che avrebbe chiamato la figlia per dirle che dalla settimana a seguire non avrebbe più fatto Ginnastica, perché non ne aveva bisogno e aveva molte faccende da fare ogni giorno.
Ora finito l'allenamento mi saluta dicendomi "Buona serata e ci vediamo la settimana prossima".
La signora G. non si ricorda il compleanno dei figli, cosa ha mangiato a pranzo o che giorno è oggi, probabilmente non ricorda il mio nome.
L'importante è che sia ancora indipendente nelle sue azioni quotidiane: vestirsi, lavarsi, salire le scale, potare le piante, afferrare un oggetto... sono azioni che per noi possono essere automatiche e banali, per lei sono delle piccole conquiste.
Nei prossimi mesi spero di continuare ad allenarla sempre con la stessa costanza nella speranza di regalarle continuamente attraverso l'attività fisica quella serenità che le permetta di vivere al meglio ogni azione in tranquillità e sicurezza.
Martina M.
Oggi vi voglio raccontare la storia di G.,una signora distinta ed elegante alla quale è stata diagnosticato l'Alzheimer un anno fa.
Dopo essersi consultata con diversi medici, la figlia ha deciso di contattarmi nella speranza di riuscire a far svolgere attività fisica alla madre in maniera costante e controllata.
Perché un malato di Alzheimer dovrebbe fare Movimento?
L'attività cardiovascolare e gli esercizi di forza favoriscono l'aumento della vascolarizzazione cerebrale potenziando le connessioni sinaptiche, responsabili delle trasmissioni dei segnali nervosi.
Il primo incontro con G. non aveva portato i risultati sperati: la mia visita era stata vista come un'intrusione.
G. non voleva iniziare questo percorso, perché non voleva avere un impegno fisso. Lei si muove per casa, cammina per il giardino, ha la sua routine e soprattutto è alta,snella e in perfetta forma fisica. Non sapendo della propria malattia, non capiva il motivo di tale insistenza da parte della figlia.
Il primo incontro non era andato bene.
A distanza di due giorni la figlia mi ha richiamato dicendomi che la madre ci aveva ripensato e che avrebbe iniziato, dicendole " Lo faccio solo perché vedo che ci tieni tanto, anche se non so il perché".
Con grande soddisfazione sono 6 mesi che seguo la signora G. e ho visto grandissimi miglioramenti, quasi da commuovermi.
A ottobre ci impiegava molto tempo a indossare le scarpe e legare i lacci, mi ripeteva spesso le stesse frasi; per quanto riguardava l'ambito motorio non riusciva a riprodurre l'esercizio che le avevo mostrato un attimo prima, era incerta nei movimenti e molto insicura nell'equilibrio.
A distanza di mesi G. riesce a togliere e mettere le scarpe con sicurezza, capisce gli esercizi riproducendoli quasi correttamente.
A ottobre aveva paura di restare in equilibrio in piedi su un cuscinetto morbido ("voleva il mio ditino") e ora ha imparato a sdraiarsi sopra a una fitball per svolgere distensioni con i manubri.
I primi mesi all'inizio dell'allenamento mi diceva che avrebbe chiamato la figlia per dirle che dalla settimana a seguire non avrebbe più fatto Ginnastica, perché non ne aveva bisogno e aveva molte faccende da fare ogni giorno.
Ora finito l'allenamento mi saluta dicendomi "Buona serata e ci vediamo la settimana prossima".
La signora G. non si ricorda il compleanno dei figli, cosa ha mangiato a pranzo o che giorno è oggi, probabilmente non ricorda il mio nome.
L'importante è che sia ancora indipendente nelle sue azioni quotidiane: vestirsi, lavarsi, salire le scale, potare le piante, afferrare un oggetto... sono azioni che per noi possono essere automatiche e banali, per lei sono delle piccole conquiste.
Nei prossimi mesi spero di continuare ad allenarla sempre con la stessa costanza nella speranza di regalarle continuamente attraverso l'attività fisica quella serenità che le permetta di vivere al meglio ogni azione in tranquillità e sicurezza.
Martina M.
14 marzo 2014
La corsa blocca l’invecchiamento del cervello e fa produrre staminali
Che l’esercizio fisico giovi non solo al corpo ma anche al cervello, grazie alla produzione di nuovi neuroni, è cosa nota. Ora uno studio italiano dimostra che la corsa, in particolare, può perfino di bloccare il processo di invecchiamento cerebrale stimolando la produzione di nuove cellule staminali che migliorano le capacità mnemoniche. Lo hanno scoperto i ricercatori dell’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cells. «Questa ricerca ha scardinato un dogma della neurobiologia: finora si pensava che il declino della neurogenesi nell’età adulta fosse irreversibile - spiega Stefano Farioli-Vecchioli dell’Ibcn-Cnr, coordinatore del lavoro -. Con il nostro esperimento, lavorando su un modello murino con deficit neuronali e comportamentali, causati dalla mancanza di un freno proliferativo delle cellule staminali (il gene Btg1), abbiamo invece constatato che nel cervello adulto un esercizio fisico aerobico come la corsa blocca il processo di invecchiamento e stimola una massiccia produzione di nuove cellule staminali nervose nell’ippocampo, aumentando le prestazioni mnemoniche. In sostanza la neurogenesi deficitaria riparte quando, in assenza di questo gene, si compie un’attività fisica che non solo inverte totalmente il processo di perdita di staminali ma scatena un’iper-proliferazione cellulare con un effetto duraturo».
Ricerche su altre malattie
Lo studio, realizzato nel laboratorio diretto da Felice Tirone che da anni studia alcuni meccanismi molecolari che regolano i processi di proliferazione e differenziamento nella neurogenesi adulta (in collaborazione con Vincenzo Cestari dell’Università La Sapienza), apre nuovi scenari nella medicina rigenerativa del sistema nervoso centrale. «La scoperta pone le basi per ulteriori ricerche mirate ad aumentare la proliferazione delle staminali adulte nell’ippocampo e nella zona sub ventricolare - spiega Farioli-Vecchioli -. I risultati avranno delle implicazioni molto importanti per la prevenzione dell’invecchiamento e della perdita di memorie ippocampo-dipendenti». Per quanto riguarda le patologie neurodegenerative, «le potenzialità terapeutiche di queste cellule sono davvero ampie, anche se a breve termine non possono scaturire terapie mirate. Il prossimo passo sarà validare la scoperta su altri modelli murini con malattie quali Alzheimer, Parkinson oppure in cui un evento ischemico abbia provocato un’elevata mortalità neuronale, isolando e trapiantando le cellule staminali iper-attivate».
www.corriere.it
marzo 2014
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11 marzo 2014
La vera natura del MICROONDE
Percy Lebaron Spencer era un ingegnere che nel 1945 lavorava per Raytheon, azienda che produceva radar per il Department of Desease statunitense. Spencer si occupava del magnetron, lo strumento che generava le microonde necessarie per il segnale radar.
Un giorno, trafficando davanti a un potente magnetron accesso, si accorse che la barretta di cioccolato che teneva in tasca si era sciolta. Curioso da qual era decise di investigare il fenomeno: chiese al fattorino di comprare mais da pop corn e verificò che i chicchi scoppiavano davanti al magnetron. Il giorno successivo, insieme a un collega, mise davanti all'apparecchio un uovo, che scoppiò sulla faccia sorpresa dell'amico che si era avvicinato un po' troppo a osservare l'esperimento più da vicino. Fu così che venne scoperta la capacità del microonde di cuocere il cibo.
Spencer scoprì che le microonde agiscono principalmente riscaldando l'acqua che si trova nei cibi. Anche oli e grassi nell'apparecchio si riscaldano, ma meno efficacemente. Cibi ricchi di zucchero e sale assorbono invece si riscaldano più velocemente.
Agendo principalmente sull'acqua, le temperature interne dei cibi non superano i 100°, la temperatura di ebollizione. Se il microonde riscalda principalmente l'acqua dei cibi, arrivando a farla evaporare, il suo ottimale è in alternativa alla bollitura, specialmente per gli alimenti molto ricchi di acqua come le verdure.
Il vantaggio oltre a contenere l'odore è non inzuppare d'acqua gli ortaggi, che quindi mantengono una consistenza croccante. Analogamente le sostanze automatiche e quelle nutrienti non si disperdono nell'acqua di cottura come invece avviene nella bollitura. Questa cottura è simile a quella al vapore. Zucchine, patate, peperoni e broccoli sono ortaggi che possono essere preparati con ottimi risultati nel microonde invece di bollirli.
Dario Bressanini
da "Le Scienze"
Marzo 2014
Un giorno, trafficando davanti a un potente magnetron accesso, si accorse che la barretta di cioccolato che teneva in tasca si era sciolta. Curioso da qual era decise di investigare il fenomeno: chiese al fattorino di comprare mais da pop corn e verificò che i chicchi scoppiavano davanti al magnetron. Il giorno successivo, insieme a un collega, mise davanti all'apparecchio un uovo, che scoppiò sulla faccia sorpresa dell'amico che si era avvicinato un po' troppo a osservare l'esperimento più da vicino. Fu così che venne scoperta la capacità del microonde di cuocere il cibo.
Spencer scoprì che le microonde agiscono principalmente riscaldando l'acqua che si trova nei cibi. Anche oli e grassi nell'apparecchio si riscaldano, ma meno efficacemente. Cibi ricchi di zucchero e sale assorbono invece si riscaldano più velocemente.
Agendo principalmente sull'acqua, le temperature interne dei cibi non superano i 100°, la temperatura di ebollizione. Se il microonde riscalda principalmente l'acqua dei cibi, arrivando a farla evaporare, il suo ottimale è in alternativa alla bollitura, specialmente per gli alimenti molto ricchi di acqua come le verdure.
Il vantaggio oltre a contenere l'odore è non inzuppare d'acqua gli ortaggi, che quindi mantengono una consistenza croccante. Analogamente le sostanze automatiche e quelle nutrienti non si disperdono nell'acqua di cottura come invece avviene nella bollitura. Questa cottura è simile a quella al vapore. Zucchine, patate, peperoni e broccoli sono ortaggi che possono essere preparati con ottimi risultati nel microonde invece di bollirli.
Dario Bressanini
da "Le Scienze"
Marzo 2014
6 marzo 2014
CHI NON SI SPEZZA SI PIEGA: come prevenire il mal di schiena
Il mal di schiena è uno di disturbi più diffusi nell'epoca moderna. Le più frequenti cause di questo malessere sono il mantenimento di una postura scorretta, la tensione muscolare dovuta allo stress, il sovrappeso, una vita sedentaria, l'eccesso di freddo e l'umidità.
Il dolore può colpire sia la parte alta che quella bassa del dorso e può essere irradiato al gluteo fino a comportare un vero e proprio blocco della persona.
La prevenzione al mal di schiena è raggiungibile mediante l'adozione di alcuni comportamenti: praticare attività fisica, seguire una dieta in caso di sovrappeso e cercare di ridurre, per quanto possibile, lo stress.
L'attività fisica deve essere regolare e non intensa, si consiglia di praticare yoga oppure stretching che, se costanti, consentono di rendere più flessibile la colonna alleviando il dolore.
In caso di dolori intensi potete applicare del ghiaccio (non a diretto contatto con la pelle) e poi effettuare degli impacchi con un panno imbevuto nell'acqua calda sulla zona da trattare.
Evitate di mantenere a lungo delle posizioni scorrette e utilizzate delle calzature idonee sia per lo svolgimento dell'attività fisica, sia per la vita di tutti i giorni.
Per le donne che indossano dei tacchi, non sceglieteli troppo alti e appena potete cerate di appoggiare bene la pianta del piede a terra per rilassare la muscolatura.
E...date retta alla nonna: attenzione agli sbalzi di temperatura, copritevi!
Emanuela Cafagna
da rivista" Energie"
Febbraio 2014
Il dolore può colpire sia la parte alta che quella bassa del dorso e può essere irradiato al gluteo fino a comportare un vero e proprio blocco della persona.
La prevenzione al mal di schiena è raggiungibile mediante l'adozione di alcuni comportamenti: praticare attività fisica, seguire una dieta in caso di sovrappeso e cercare di ridurre, per quanto possibile, lo stress.
L'attività fisica deve essere regolare e non intensa, si consiglia di praticare yoga oppure stretching che, se costanti, consentono di rendere più flessibile la colonna alleviando il dolore.
In caso di dolori intensi potete applicare del ghiaccio (non a diretto contatto con la pelle) e poi effettuare degli impacchi con un panno imbevuto nell'acqua calda sulla zona da trattare.
Evitate di mantenere a lungo delle posizioni scorrette e utilizzate delle calzature idonee sia per lo svolgimento dell'attività fisica, sia per la vita di tutti i giorni.
Per le donne che indossano dei tacchi, non sceglieteli troppo alti e appena potete cerate di appoggiare bene la pianta del piede a terra per rilassare la muscolatura.
E...date retta alla nonna: attenzione agli sbalzi di temperatura, copritevi!
Emanuela Cafagna
da rivista" Energie"
Febbraio 2014
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25 febbraio 2014
Uomo, via la "pancetta": ecco i nemici a tavola
ROMA Non solo un difetto estetico: per un uomo avere la "pancetta" (circonferenza vita superiore a 100 cm) aumentas ensibilmente la probabilità di essere colpiti da disturbi cardiovascolari, diabete e alcuni tipi di cancro.
Come combatterla? Cambiando alcune abitudini alimentari come suggerisce "Il ritratto della salute", il quotidiano on line della Società italiana di medicina generale. Vanno portate delle modifiche a quelle che favoriscono l'accumulo di grasso. Ecco quali sono e come sostituirle con scelte più salutari:
DOLCE MATTINO La colazione è un pasto importante, ma riempirsi lo stomaco di dolci non garantisce di non avere più fame fino a pranzo e può anche far crescere la pancia;
GRASSO DELLA CARNE Quantità, metodi di preparazione e qualità della carne minacciano la salute: meglio scegliere tagli magri come filetto e controfiletto, cucinati anche alla griglia;
SPUNTINI Bastano 15 patatine fritte per introdurre 160 calorie. I pop corn senza grassi e poco sale sono addirittura una scelta migliore: 6 porzioni corrispondono a 100 calorie;
FAST FOOD Un hamburger maxi può fornire più di mille calorie (senza dimenticare le patatine fritte). Meglio non esagerare con le dimensioni e scegliere un'insalata come contorno;
PIZZA A rendere la pizza nemica della salute sono gli ingredienti con cui la si farcisce: se una margherita non basta, meglio aggiungere le verdure piuttosto che i salumi;
BIBITE Quando c'è bisogno di energia è preferibile affidarsi a una tazzina di caffè: le binite contenenti caffeina e drink energetici contengono alte quantità di zuccheri aggiunti;
BIRRA Sono circa 150 le calorie fornite da una bottiglia piccola. L'ideale sarebbe tagliare sulle quantità.
Come combatterla? Cambiando alcune abitudini alimentari come suggerisce "Il ritratto della salute", il quotidiano on line della Società italiana di medicina generale. Vanno portate delle modifiche a quelle che favoriscono l'accumulo di grasso. Ecco quali sono e come sostituirle con scelte più salutari:
DOLCE MATTINO La colazione è un pasto importante, ma riempirsi lo stomaco di dolci non garantisce di non avere più fame fino a pranzo e può anche far crescere la pancia;
GRASSO DELLA CARNE Quantità, metodi di preparazione e qualità della carne minacciano la salute: meglio scegliere tagli magri come filetto e controfiletto, cucinati anche alla griglia;
SPUNTINI Bastano 15 patatine fritte per introdurre 160 calorie. I pop corn senza grassi e poco sale sono addirittura una scelta migliore: 6 porzioni corrispondono a 100 calorie;
FAST FOOD Un hamburger maxi può fornire più di mille calorie (senza dimenticare le patatine fritte). Meglio non esagerare con le dimensioni e scegliere un'insalata come contorno;
PIZZA A rendere la pizza nemica della salute sono gli ingredienti con cui la si farcisce: se una margherita non basta, meglio aggiungere le verdure piuttosto che i salumi;
BIBITE Quando c'è bisogno di energia è preferibile affidarsi a una tazzina di caffè: le binite contenenti caffeina e drink energetici contengono alte quantità di zuccheri aggiunti;
BIRRA Sono circa 150 le calorie fornite da una bottiglia piccola. L'ideale sarebbe tagliare sulle quantità.
Febbraio 2014
Da "Il gazzettino"
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18 febbraio 2014
Vai col vento
In alcuni giorni correre può essere più complicato del solito, come quando c'è vento. In questo caso per rendere più agevoli le tue uscite di corsa puoi adottare una di queste tre strategie:
1.Se le tue corse si svolgono con un'andata e un ritorno lungo un percorso lineare, ad esempio un lungomare, parti con l'aria contro, in modo da affrontare la parte più faticosa del tracciato all'inizio, quando sei ancora pieno di energie,e poi godere di una spinta amica nella seconda parte dell'allenamento,quando la fatica si farà sentire.
2. Puoi decidere di frazionare la tua uscita in parti di 10 minuti: comincia correndo 10 minuti procedendo controvento, fai dietrofront e corri 10 minuti a favore, inverti nuovamente la direzione e fai altri 10 minuti controvento e così via.
3.Se corri in compagnia, fate come nel ciclismo: alternatevi al comando del gruppo nei tratti di vento contrario in modo da dare a tutti, a turno, la possibilità di rifiatare sfruttando la scia.
Magda Maiocchi
da rivista "Runner"
Febbraio 2014
1.Se le tue corse si svolgono con un'andata e un ritorno lungo un percorso lineare, ad esempio un lungomare, parti con l'aria contro, in modo da affrontare la parte più faticosa del tracciato all'inizio, quando sei ancora pieno di energie,e poi godere di una spinta amica nella seconda parte dell'allenamento,quando la fatica si farà sentire.
2. Puoi decidere di frazionare la tua uscita in parti di 10 minuti: comincia correndo 10 minuti procedendo controvento, fai dietrofront e corri 10 minuti a favore, inverti nuovamente la direzione e fai altri 10 minuti controvento e così via.
3.Se corri in compagnia, fate come nel ciclismo: alternatevi al comando del gruppo nei tratti di vento contrario in modo da dare a tutti, a turno, la possibilità di rifiatare sfruttando la scia.
Magda Maiocchi
da rivista "Runner"
Febbraio 2014
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13 febbraio 2014
ERRORI DI PESO
1. SBAGLIARE IL CONTEGGIO DI CALORIE
Ottieni una valutazione della calorie che consumi con le tue corse attraverso un calcolatore online oppure con un calcolatore GPS dotato di tale funzione. Se sei propenso a eccedere dopo gi allenamenti, scegli per i tuoi spuntini post corsa degli alimenti gratificanti che puoi assumere in porzioni facilmente controllabili, con un pacchettino di biscotti o un crackers al rosmarino.
2. RISPARMIARE SUI GRASSI
I grassi devono costituire il 20-30% delle calorie giornaliere. Evita gli acidi grassi "trans" (presenti soprattutto negli alimenti che contengono grassi idrogenati, come i prodotti industriali) e limita quelli saturi (carne,latticini). Affidati ai grassi mono o polinsaturi (olio di oliva, pesce,noci,avocado) che proteggono il cuore e favoriscono il senso di sazietà.
Uno studio recente ha rivelato che anche l'aroma dei grassi, come l'olio di oliva, può indurre prontamente il rilascio di ormoni che inducono il senso di sazietà.
3.CORRERE A STOMACO VUOTO
Se hai in programma una corsa facile di una trentina di minuti o meno, puoi anche non mangiare niente prima, in quanto hai probabilmente glicogeno sufficiente a sostenere questo genere di sforzo. Ma se corri più a lungo o più intensamente, devi assumere uno spuntino di 100-200 calorie almeno un'ora prima di correre. Scegli carboidrati e una piccola quantità di proteine, come dei crackers con un pezzetto di grana.
4. OVERDOSE DI ENERGETICI
Per le corse che non durano più di 60 minuti lascia perdere gel e bevande energetiche, l'acqua va benissimo. Correndo più a lungo dovresti consumare dai 30 ai 60 grammi di carboidrati (uno o due gel energetici o mezzo litro/un litro di bevanda energetica) per ogni ora di corsa.
5.AFFOGARE NELLE CALORIE
La maggior parte dei liquidi che bevi non dovrebbe apportare calorie: acqua, the e caffè senza zucchero. Tieni poi presente che l'alcool potrebbe portarti a mangiare troppo, poiché rimuove le inibizioni. Abbassa le calorie scegliendo birra light o allungando il vino con l'acqua. Evita bevande tipo cola che sono piene di zuccheri.
6.RISULTATI STREPITOSI
Procedi inserendo dei piccoli cambiamenti, uno alla volta. Per esempio, cerca di fare una colazione saltare tutti i giorni o a pranzo sostituisci la patatine con una mela. Piuttosto che puntare ad azzerare il tuo peso sulla bilancia, è meglio prendersi cura di se stessi con una manicure o un capo di abbigliamento in grado di modificare il vostro aspetto.
7.NON RICONTEGGIARE
Tutte le volte che perdi dal 10 al 15% del tuo peso, regola di nuovo l'assunzione giornaliera di calorie. Inoltre, ricalcola quanto bruci durante gli allenamenti, perché anche questa quantità diminuisce se dimagrisci.
Denise Schipani
da rivista "Runners"
Febbraio 2014
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11 febbraio 2014
Il 2014 è l'anno degli SMARTFITNESS
Con smart fitness si intende l’unione di due “mondi” che sembra possano coesistere molto bene e farci stare meglio.
Ormai la tecnologia è sempre più a portata di mano. E digitando comandi con le dita sui nostri smartphone abbiamo un crescente numero di attività a disposizione.
Già da tempo lo ha capito anche chi opera nell’home fitness, ma ora iniziamo a vedere risultati sorprendenti e oggetti tanto affascinanti quanto utili.
L’occasione per fare un pò il punto della situazione ce la offre il Consumer Electronic Show, tenutosi qualche giorno fa a Las Vegas.
Una mega fiera per spiegarci come vivremo nei prossimi mesi, che ha aperto finestre interessanti anche per appassionati di tapis roulant, gym bikes ed ellittiche come noi.
Partiamo con WellShell, un oggetto capace di dialogare con I-pad, I-phone e cellulari Android. Poco più grande di un mouse del pc, una volta premuto, questo dispositivo crea una resistenza che produce una tensione isometrica. Bisognerà proprio metterlo alla prova!
Interessante ci sono parsi anche i bracciali, come ad esempio lo SmartBand, il LifeBand touch o il Pulsense.
Si tratta di “aiutanti” dei nostri allenamenti che permettono di tenere sott’occhio il battito cardiaco e rilevare altri dati utili a indirizzare al meglio i nostri sforzi.
Siamo inoltre in attesa di vedere l’impatto di google glass sullo sport, dato che questo strumento avrà funzionalità apposite per ampliare l’azione di runner e atleti.
Insomma, il 2014 sembra pronto per far entrare nelle nostre case una serie di nuovi elementi e promuovere un’idea di benessere decisamente più “tecnologico”.
di Marco Costantino
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4 febbraio 2014
Il Senior e le attività motorie adattate
Il valore preventivo delle attività motorie e sportive costituisce un'evidenza scientifica, ormai ampiamente riconosciuta in letteratura, da cui emergono anche i parametri essenziali del carico minimo raccomandato.
Diventa pertanto interessante chiarire gli effetti dei differenti protocolli di attività motorie sulle capacità fisiche del soggetto adulto e anziano. Tali analisi si rende necessaria per ottenere preziose indicazioni operative e metodologiche per la strutturazione di programmi di attività motorie destinate ai Senior, che possono essere supportati da un coerente percorso scientifico e didattico.
Gli studi e le Review più recenti suggeriscono i vantaggi derivanti dai Training di Forza: per alcuni autori tale allenamento può costituire una reale ed efficace contromisura per alcune conseguenze patologiche che si associano alla sindrome metabolica., in quanto capaci di ridurre il rischio cardiovascolare, l'insulino resistenza e il grasso viscerale o l'obesità addominale; inoltre, l'allenamento della forza sarebbe in grado di far diminuire la fibromialgia, riducendo la sensazione di dolore e di fatica, innalzando la qualità della vita; il training di forza incrementerebbe pure la densità minerale ossea attraverso la sollecitazione in trazione del sistema muscolotendineo; infine, sarebbe anche capace di determinare benefici nelle funzioni cognitive e in alcune dimensioni della personalità.
Per le evidenze raccolte in tale Review, i vantaggi ottenuti attraverso il training di forza sono trasferibili sia nella capacità di prolungare la massima distanza coperta attraverso il cammino sia nella riduzione del tempo necessario a passare dalla stazione seduta a quella eretta sia in una maggiore e migliore mobolità individuale. Infine, vi sarebbe anche una concreta ed evidente risposta ipertrofica nell'ordine di circa il 10% sia per fibre di tio I che di tipo II.
Sannicandro
da Scienza e Sport
Gen-Feb-Marz 2014
Diventa pertanto interessante chiarire gli effetti dei differenti protocolli di attività motorie sulle capacità fisiche del soggetto adulto e anziano. Tali analisi si rende necessaria per ottenere preziose indicazioni operative e metodologiche per la strutturazione di programmi di attività motorie destinate ai Senior, che possono essere supportati da un coerente percorso scientifico e didattico.
Gli studi e le Review più recenti suggeriscono i vantaggi derivanti dai Training di Forza: per alcuni autori tale allenamento può costituire una reale ed efficace contromisura per alcune conseguenze patologiche che si associano alla sindrome metabolica., in quanto capaci di ridurre il rischio cardiovascolare, l'insulino resistenza e il grasso viscerale o l'obesità addominale; inoltre, l'allenamento della forza sarebbe in grado di far diminuire la fibromialgia, riducendo la sensazione di dolore e di fatica, innalzando la qualità della vita; il training di forza incrementerebbe pure la densità minerale ossea attraverso la sollecitazione in trazione del sistema muscolotendineo; infine, sarebbe anche capace di determinare benefici nelle funzioni cognitive e in alcune dimensioni della personalità.
Per le evidenze raccolte in tale Review, i vantaggi ottenuti attraverso il training di forza sono trasferibili sia nella capacità di prolungare la massima distanza coperta attraverso il cammino sia nella riduzione del tempo necessario a passare dalla stazione seduta a quella eretta sia in una maggiore e migliore mobolità individuale. Infine, vi sarebbe anche una concreta ed evidente risposta ipertrofica nell'ordine di circa il 10% sia per fibre di tio I che di tipo II.
Sannicandro
da Scienza e Sport
Gen-Feb-Marz 2014
21 gennaio 2014
Le scritte sui pacchetti di sigarette sono davvero efficaci?
“Il fumo uccide”. “Fumare nuoce gravemente alla salute”. Sono moniti familiari per chi ha il vizietto delle “bionde”, dato che per legge sono stampati in bell’evidenza su tutti i pacchetti di sigarette.Ma qual è la loro reale efficacia come deterrenti?
Secondo uno studio appena pubblicato su Psychological Science,sortirebbero addirittura l’effetto opposto, inducendo a comprarne e a consumarne di più.
“Gli avvertimenti scritti sulle etichette incutono senso di timore non appena letti, spronando a prendere in seria considerazione gli effetti negativi” sostiene Yael Steinhart, uno degli autori della ricerca, “ma col passare del tempo infondono, paradossalmente, un senso di fiducia nel prodotto.
Dipende dal lasso di tempo che intercorre tra la visualizzazione del monito e quando si comprano, fumano o valutano le controindicazioni”.
Più questo intervallo di tempo è lungo, più si è portati a enfatizzare le sigarette come qualcosa di attraente e positivo, con conseguente incremento nell’acquisto. Proprio il contrario di ciò che le avvertenze sul pacchetto dovrebbero comunicare. Non perché alle scritte “ormai ci si è fatta l’abitudine” e non se ne presta più attenzione o se ne dimentica il significato. È qualcosa di più complesso, che avviene a livello inconscio.
In pratica, quando si pensa a qualcosa figurandosela nell’immediato, si tende a visualizzarla mentalmente in modo concreto, considerando tutti gli aspetti, buoni o cattivi. Mentre se è collocata in un futuro remoto, la nostra mente la rende astratta e non si focalizza sui dettagli.
Dunque i messaggi sui pacchetti sono inutili o perfino controproducenti? Secondo i ricercatori, le aziende che veramente intendono sfruttarne l’efficacia dovrebbero attuare strategie di comunicazione valutando proprio il risultato del loro studio.
Angelo Piemontese
www.panorama.it
Gennaio 2014
13 gennaio 2014
Anna Stefani: una Young Runners
Benedetto il giorno in cui un tizio- che poi si chiama Ruggero Grassi e oggi è il suo allenatore- si presentò nella sua classe per parlare di atletica, con l'obiettivo di attirare in pista qualcuno di quegli studenti e, magari, di ricavarne un campioncino.
Anna, quando hai capito che la cosa poteva diventare seria?
Nella stagione 2013, cioè al secondo anno delle categoria Allieve. ho cominciato ad allenarmi inensamente. I risultati non sono tardati ad arrivare e i continui miglioramenti mi hanno dato la carica per inistere. Ma sono perfettamente consapevole che la strada è ancora lunga.

Hai dovuto tradire qualche altro sport o prima non avevi fatto nulla?
Nulla di particolare a livello agonistico. Però mi piaceva molto l'equitazione. Andare a cavallo è sempr stata la mia più grande passione.
Mamma, papà, fratelli: qualcuno viene dall'atletica?
No,sono la prima. Però papà ha giocato pallavolo ad alti livelli. E' arrivato sino alla serie C.
Quali distanze prediligi?
Vado meglio su quelle medio lunghe, tipo 3000 o 5000, che però ho corso solo una volta, ai campionati italiani Juniores, dove ho vinto. E pensare che in principio non mi piaceva fare troppi chilometri... La maratona? Per ora non ci penso proprio, mi sembra una cosa così lontana... Comunque devo ancora individuare bene quale sia la distanza che fa più per me.
Amicizie importanti nell'atletica?
Ho un bellissimo rapporto con Silvia Weissteiner (la numero 1 italiana degli ultimi anni sulle lunghe distanze).
Siamo compagne di allenamento, ci aiutiamo l'una con l'altra e andiamo molto d'accordo. Per me,poi, lei è un esempio da imitare. E i suoi risultati sono un grande stimolo. Quanto vorrei risucire a ripercorrere la sua carriera.
Ultima domanda: come mai a Vipiteno la corsa funziona cosi bene?
Non saprei, forse centra con l'ambiente. Comunque molto merito è del nostro allenatore.
Paolo Morabini
da rivista "Runner"
Gennaio 2014
Anna, quando hai capito che la cosa poteva diventare seria?
Nella stagione 2013, cioè al secondo anno delle categoria Allieve. ho cominciato ad allenarmi inensamente. I risultati non sono tardati ad arrivare e i continui miglioramenti mi hanno dato la carica per inistere. Ma sono perfettamente consapevole che la strada è ancora lunga.
Hai dovuto tradire qualche altro sport o prima non avevi fatto nulla?
Nulla di particolare a livello agonistico. Però mi piaceva molto l'equitazione. Andare a cavallo è sempr stata la mia più grande passione.
Mamma, papà, fratelli: qualcuno viene dall'atletica?
No,sono la prima. Però papà ha giocato pallavolo ad alti livelli. E' arrivato sino alla serie C.
Quali distanze prediligi?
Vado meglio su quelle medio lunghe, tipo 3000 o 5000, che però ho corso solo una volta, ai campionati italiani Juniores, dove ho vinto. E pensare che in principio non mi piaceva fare troppi chilometri... La maratona? Per ora non ci penso proprio, mi sembra una cosa così lontana... Comunque devo ancora individuare bene quale sia la distanza che fa più per me.
Amicizie importanti nell'atletica?
Ho un bellissimo rapporto con Silvia Weissteiner (la numero 1 italiana degli ultimi anni sulle lunghe distanze).
Siamo compagne di allenamento, ci aiutiamo l'una con l'altra e andiamo molto d'accordo. Per me,poi, lei è un esempio da imitare. E i suoi risultati sono un grande stimolo. Quanto vorrei risucire a ripercorrere la sua carriera.
Ultima domanda: come mai a Vipiteno la corsa funziona cosi bene?
Non saprei, forse centra con l'ambiente. Comunque molto merito è del nostro allenatore.
Paolo Morabini
da rivista "Runner"
Gennaio 2014
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7 gennaio 2014
Perché la celiachia è in aumento?
La celiachia è una malattia autoimmune, causata dal glutine presente nei cereali, che provoca disturbi quali diarrea e dolori addominali. Di recente l'aumento di incidenza della malattia registrato negli ultimi decenni è stato associato a un maggiore contenuto di glutine delle nuove varietà di frumento ottenute con il moderno miglioramento genetico. Ora però uno studio pubblicato sul "Journal of Agricutural and Food Chemistry" ha mostrato che le varietà i grano moderne non hanno un contenuto proteico significamene differente da quello delle varietà della prima metà del Novecento e che il collegamento tra celiachia e assunzione di frumento era sconosciuta fino agli anni cinquanta: prima di questo periodo, dunque, ogni sintomo dovuto a celiachia veniva classificato come generico disturbo gastrinenstinale. Secondo i dati disponibili, è molto probabile che ad aver aumento l'aumento dell'incidenza della malattia non sia stato l'alto contenuto proteico delle varietà moderne, ma il consumo pro capite di frumento e l'uso di glutine addizionato, entrambi aumentati fortemente negli ultimi decenni. Questi risultati, se confermati, potranno essere utili per studiare maggioramente la celiachia e fornire strategie efficaci per il suo contenimento e trattamento.
da "Le scienze"
Gennaio 2014
da "Le scienze"
Gennaio 2014
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